In uscita oggi in tutte le edicole una mia intervista con Mary Liguori di Milano Finanza. Parliamo di pubblico e privato: serve un modello più integrato e sostenibile per i nostri anziani.

Blasoni:
In uscita oggi in tutte le edicole una mia intervista con Mary Liguori di Milano Finanza. Parliamo di pubblico e privato: serve un modello più integrato e sostenibile per i nostri anziani.
Blasoni:
Cresce il fenomeno dell’emigrazione di italiani all’estero, soprattutto giovani. Le principali motivazioni sono le retribuzioni più adeguate al costo della vita, le più agevolate possibilità di carriera e la convinzione che il merito venga più facilmente premiato. Per questi ed altri motivi, molti dei nostri concittadini vedono un futuro al di fuori del Paese di origine. Dal raffronto delle regioni italiane emerge un dato che stupisce: le due regioni con il maggior numero di espatriati si trovano al Nord. L’1,23% sono gli emigrati dal Trentino-Alto Adige nel quinquennio 2016-2020 e lo 0,87% dal Friuli-Venezia Giulia in rapporto alla popolazione residente tra i 18-39 anni. Inoltre, secondo i recenti dati, i giovani prediligono mete europee, in particolare il Regno Unito e la Germania.
Ripartizione geografica degli emigrati
Dal 2016 al 2020 sono stati 413.543 mila i giovani tra i 18 e i 39 anni che hanno lasciato l’Italia per lavoro, studio o per costruirsi un futuro migliore all’estero. Il panorama regionale presenta una situazione eterogenea.
Analizzando la percentuale dei giovani emigrati all’estero, calcolata sul totale della popolazione residente, si evince che la regione che ha avuto più espatri della fascia d’età tra i 18 e i 39 anni è il Trentino-Alto Adige (1,23%), l’unica regione a registrare oltre un punto percentuale di trasferimenti. Fanno seguito il Friuli-Venezia Giulia (0,87%), il Molise (0,86%), l’Abruzzo (0,84%) e la Calabria (0,82%). Si tratta, dunque, di un andamento che non rispecchia le storiche differenze fra Nord e Sud.
Fra le regioni a registrare una minor quantità di emigrati ci sono la Campania (0,56%), il Lazio (0,57%), la Puglia (0,59%) e la Toscana (0,60%).
Infine, se si considera il valore assoluto, le perdite maggiori sono avvenute in Lombardia, con un totale di 75.843 mila espatri per la fascia d’età considerata.
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione di dati ISTAT.
Emigrati dall’Italia nel Mondo
Nel 2020, in quali Paesi del mondo i nostri giovani tra i 18 e i 39 anni hanno preferito emigrare per cambiare vita? Prediligono i Paesi europei o extraeuropei?
Secondo le stime Istat 2020, analizzando i principali Paesi in cui i giovani italiani preferiscono emigrare, si evince che la nazione prediletta è il Regno Unito, con 21.138 mila emigrati, seguita dalla Germania (10.960 mila), la Francia (6.440 mila), la Svizzera (5.619 mila), la Spagna (3.675 mila) e il Brasile (3.644 mila).
Secondo i dati, la scelta dei giovani ricade principalmente in Europa, che dunque vedono nei paesi relativamente vicini la giusta meta per un nuovo futuro professionale o formativo.
«Andare a lavorare o a studiare per qualche tempo all’estero di per sé non è un male» – dichiara Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi Impresa Lavoro – «Il problema è che poi moltissimi italiani decidono di non tornare in Italia perché privi di una qualsiasi prospettiva. Il nostro mercato del lavoro è infatti prigioniero di regole sbagliate: è necessario ripensare ad un piano per offrire opportunità concrete di occupazione e crescita, facilitando le imprese che intendono formare e assumere giovani. Il trasferimento in un Paese estero non deve essere percepito come l’unica soluzione per assicurarsi un futuro migliore».
Lo studio rileva che ci sono stati 78,8 miliardi di euro di rimesse dal 2008 al 2020
Dal 2008 al 2020 (ultimo dato disponibile) le rimesse dei lavoratori stranieri in Italia ai loro Paesi di origine hanno toccato la cifra 78,8 miliardi di euro. Lo rivela un’analisi del Centro Studi ImpresaLavoro, presieduto dall’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione dei più recenti dati Banca d’Italia. Le rimesse hanno avuto una crescita dal 2008 al 2011 toccando i 7.394,37 milioni di euro, per poi contrarsi fino ai 5.070,54 milioni di euro nel 2016. Da allora si è registrata una costante ripresa annuale del fenomeno, che nel 2020 ha toccato quota 6.766,6 milioni di euro. Le stime eseguite dalla Banca d’Italia, riportate nell’ultimo report disponibile, indicano che le rimesse avvengono tramite alcuni principali intermediari ufficiali (money transfer, poste e banche) ai quali vanno aggiunti i flussi in uscita attraverso i “canali informali” (tra il 10 e il 30% del totale). Con il passare degli anni l’incidenza di questi ultimi appare comunque in sensibile diminuzione. Analizzando i dati dell’ultimo anno disponibile (2020), il Centro studi ImpresaLavoro ha osservato come i lavoratori stranieri che hanno effettuato la maggior parte delle rimesse siano quelli residenti in Lombardia (1 miliardo e 536,90 milioni, pari al 22,71% del totale), in Lazio (953,42 milioni, 14,09%), in Emilia-Romagna (706,63 milioni, 10,44%), in Veneto (587,21 milioni, 8,68%), in Toscana (521,46 milioni, 7,71%), in Campania (476,44 milioni, 7,04%) e in Piemonte (439,93 milioni, 6,50%). Relativamente alle rimesse effettuate durante il 2020, i lavoratori stranieri che hanno inviato ai Paesi di origine il maggior quantitativo di denaro risultano essere stati i bengalesi (707,35 milioni, pari al 10,45% del totale), i romeni (604,47 milioni, 8,93%), i filippini (448,68 milioni, 6,63%), i pakistani (435,47 milioni, 6,44%) e i marocchini (428,80 milioni, 6,34%).
Di Massimo Blasoni
Sereni Orizzonti di Massimo Blasoni annuncia l’apertura, prevista per novembre 2021, di una nuova residenza per anziani a Fontanafredda (PN) che potrà ospitare fino a 120 anziani non autosufficienti
In uscita una mia intervista con Filippo Merli di Italia Oggi. Esploriamo l’opzione del senior living, un modello già diffuso nel Nord Europa e negli USA.
di Massimiliano Volpe
Esce oggi una mia intervista su Wall Street Italia.
Sereni Orizzonti ha in programma investimenti che si aggirano intorno ai 200 milioni, con l’obiettivo di arrivare ai 10.000 posti letto complessivi entro il 2028. Oltre a costruzioni ed acquisizioni, l’azienda sta guardando per il futuro anche alle opzioni abitative offerte dal senior living.
L’articolo è disponibile al seguente link 👇
Sereni Orizzonti, una crescita senza soste | WSI
L’Italia sta affrontando tuttora una grave carenza di infermieri con soli 6,5 professionisti ogni 1000 abitanti contro gli 8,4 della media UE. Le immatricolazioni ai corsi di laurea in Infermieristica sono quasi dimezzate dal 2012, con soli 16,4 laureati per 100.000 abitanti rispetto ai 37,5 dell’UE. La situazione è aggravata da bassi salari che spingono molti neolaureati ad emigrare. Il report “Health at a Glance: Europe 2024” evidenzia anche una spesa sanitaria italiana più bassa della media europea (9% contro 10,4% del PIL), un’allocazione insufficiente per l’assistenza a lungo termine e un corpo medico particolarmente anziano. Ne ho parlato con Il Giornale, proponendo delle soluzioni, esattamente un anno fa.
Il numero degli anziani, l’aspettativa di vita media e con essi i non autosufficienti in Italia stanno crescendo esponenzialmente. Sereni Orizzonti continua a investire, certo non aiuta un paese tra i peggiori d’Europa per burocrazia, tasse e sindacalizzazione. Ne ho parlato con Federico Bosco de Linkiesta.
L’articolo completo è disponibile a questo link:
https://www.linkiesta.it/2025/02/rsa-italia-dati-aumento-boom/
Il tema della residenzialità per anziani e della mancanza cronica di posti letto in Italia rimane pressante, in un momento storico dove la natalità diminuisce drasticamente. Offrire servizi per l’anziano diventa quindi indispensabile e non più trascurabile: di questo e altro ho parlato con Delfina Rebecchi di TheSocialPost.it.
L’articolo completo è disponibile a questo link 👇
https://www.thesocialpost.it/2025/01/28/invecchiare-in-italia-non-e-semplice-pochi-posti-letto-e-uno-stato-che-non-aiuta/
Nel 2014 abbiamo vinto un bando per realizzare una RSA in Sardegna. Il Medio Campidano ha 100mila abitanti e n͟e͟s͟s͟u͟n͟a͟ residenza sanitaria per anziani. Ieri è arrivata l’autorizzazione all’esercizio dopo dieci anni passati tra ritardi della pubblica amministrazione e della burocrazia. Vi prego di credermi per quanto sembri incredibile.
È una grande soddisfazione per noi, un importante risultato per gli anziani del Medio Campidano e l’ennesima riprova che la burocrazia del nostro paese è un enorme freno allo sviluppo, come ho raccontato a l’Espresso, in uscita oggi.
Gli anziani nelle RSA e a domicilio vanno assistiti. Sono un pragmatico e non riesco a capire le difese corporative degli ordini professionali degli infermieri refrattari all’ingresso di professionisti stranieri. Non comprendo nemmeno le enormi difficoltà burocratiche che si frappongono al riconoscimento in Italia degli operatori socio sanitari o pari titolo stranieri. Una cosa sono gli sbarchi indiscriminati (non sono d’accordo), ben diverso è realisticamente comprendere che se pochi italiani vogliono fare gli operatori socio sanitari è necessario chiamare lavoratori da altri paesi.
Il mio intervento su Italia Oggi.
Molti imprenditori friulani (italiani) hanno ceduto la proprietà della loro azienda a investitori e private equity stranieri. Restano nella compagine societaria con piccole minoranze ma non possono più decidere nulla. Certo hanno molto incassato, ma io la penso diversamente: gli imprenditori guidano le proprie aziende, creano occupazione attraverso la propria creatività e le proprie idee, sono espressione del loro Paese. “La vocazione naturale li spinge, non il denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare”, per citare Einaudi.
Abbiamo parlato di obiettivi e investimenti di Sereni Orizzonti con Maura delle Case 👇
Stiamo più tempo ad ottenere le autorizzazioni alla costruzione e al funzionamento, che a edificare le nostre residenze per anziani. In Sardegna cinque anni fa abbiamo realizzato una RSA che ancora oggi aspetta di essere autorizzata, eppure è l’unica della zona e ha una lista infinita di lavoratori e anziani in attesa.