Le rette in RSA in Italia sono troppo alte e spesso le famiglie faticano a pagarle. Abbassarle però vorrebbe dire ridurre la quantità e qualità dell’assistenza: impensabile. Già oggi Oss e infermieri danno il massimo. In Germania tutti i cittadini hanno un’assicurazione/pensione di non autosufficienza che serve a pagare a libera scelta la retta della RSA o l’assistenza a casa.
Attive le selezioni per operatori
sociosanitari e infermieri
Il gruppo Sereni Orizzonti di Massimo Blasoni ha attivato le procedure di ricerca e selezione del personale da impiegare nelle strutture in fase di apertura o di ampliamento. In particolare, l’azienda friulana, che opera nel settore delle residenze per anziani, è alla ricerca di 350 operatori sociosanitari e infermieri, che verranno inseriti nelle residenze in Toscana, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e in Lombardia.
Dopo
una prima fase di preselezione, in cui verrà verificato il corretto possesso
del titolo, farà seguito un colloquio conoscitivo condotto da un Team di
professionisti. La ricerca è estesa in tutta Italia: Sereni Orizzonti
valuta anche profili provenienti da regioni del Centro Italia e Sud-Italia,
offrendo un incentivo economico a coloro che sono disponibili al trasferimento.
Di
recente il gruppo Sereni Orizzonti, nato nel 1996 e con sede legale a Udine, si
è distinto per essere il secondo gestore privato per numero di posti letto nel
nostro Paese nel settore delle residenze per anziani. I dati riportati da
Milano Finanza rilevano 5600 posti letto distribuiti in una vasta area
geografica: prevalentemente al Nord ma anche nel Centro e nelle Isole. Sereni
Orizzonti è sul podio insieme a Kos Care (con 6.200 posti letto) e al gruppo
francese Korian (5.200 posti letto), distinguendosi dai due competitors per
essere l’unica «al 100% italiana e non partecipata da fondi».
Fondata
a Udine nel 1996 dall’imprenditore di prima generazione Massimo Blasoni,
l’azienda è cresciuta negli anni espandendosi in gran parte del territorio
nazionale e in Spagna. Ad oggi possiede 80 residenze per anziani e 10 Comunità
per minori (marchio Eidos). Per i prossimi mesi ha in programma l’apertura di
nuove strutture in Piemonte, Sardegna, Lombardia, Toscana, Emilia-Roma e
Friuli-Venezia Giulia.
«Stiamo
cercando molti operatori socio-sanitari e infermieri per le nostre residenze
nel Nord-Italia» – afferma Mario Modolo, direttore del gruppo Sereni
Orizzonti – «Siamo una realtà in forte crescita, che ogni giorno dà lavoro
a migliaia di persone e garantiamo un servizio in un settore fondamentale nel
nostro Paese».
Tutti
i professionisti interessati possono inviare i loro curriculum vitae
all’indirizzo ufficiale segreteria@sereniorizzonti.it, indicando la preferenza per il
luogo di lavoro nelle regioni interessate.
La nuova residenza per anziani “Dott. Mario Celesia” di Borgo Ticino aprirà le porte giovedì 18 maggio: potrà ospitare 80 anziani e darà lavoro a circa 60 persone.
La nuova residenza per anziani “Dott. Mario Celesia” di Borgo Ticino (No), gestita dall’azienda friulana 3AMilano di Massimo Blasoni accoglierà ufficialmente i primi ospiti da giovedì 18 maggio 2023.
La residenza è situata in via Brunelleschi ed è composta da 4 nuclei per un totale di 80 posti letto su tre piani. L’edificio ha una pianta a forma di H dove la manica centrale accoglierà le parti comuni ai vari piani, mentre le maniche laterali ospiteranno le aree abitative ai piani superiori e le aree generali e collettive al piano terreno. Nella residenza opera un’équipe multidisciplinare che assicura agli ospiti un’adeguata assistenza sia infermieristica sia medica durante tutta la settimana.
All’interno della struttura verranno impiegate all’incirca 50/60 persone, dai medici, infermieri, operatori socioassistenziali, psicologi, animatori, fisioterapisti e addetti alla cucina. Fra l’azienda e l’amministrazione comunale è stato inoltre siglato un impegno sociale, che implica rette agevolate per gli ospiti provenienti dal territorio e priorità, a parità di titolo, nell’assunzione di lavoratori residenti nel Comune di Borgo Ticino.
«La nuova residenza si preannuncia essere un fiore all’occhiello nel panorama provinciale in materia di assistenza ai soggetti della terza età» – dichiara Alessandro Marchese, sindaco di Borgo Ticino – «É motivo di orgoglio essere riusciti a riprendere una procedura bloccata da anni e averla portata a termine. L’ulteriore traguardo è stato raggiunto, attraverso un accordo aggiuntivo siglato con l’azienda, con l’impegno sociale alla ricerca delle professionalità necessarie in via priorità sul territorio comunale e rette agevolate per i residenti».
«La struttura è autorizzata e accreditata: siamo dunque in grado di accogliere sia ospiti privati che in convenzione con le ASL del territorio» – dichiara Mario Modolo, direttore generale – «Da quando abbiamo annunciato l’apertura ad oggi le richieste di informazioni e accoglimento sono arrivate numerose: un segnale importante della necessità di questo servizio sul territorio. L’apertura della RSA avrà inoltre ottime ricadute sul territorio locale, sia a livello economico sia occupazionale».
Da giovedì 18 maggio la segreteria della struttura è ufficialmente aperta dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 17:30. Per qualsiasi informazione su accoglimenti, o per l’invio della propria candidatura, è possibile scrivere all’indirizzo e-mail borgoticino@3amilano.it o chiamare il numero 0321.515748.
È in fase di apertura l’ampliamento e la ristrutturazione della Residenza protetta “Opera Pia Siccardi” di Spotorno, gestita dal gruppo friulano “Sereni Orizzonti”, dell’imprenditore Massimo Blasoni.
La struttura ospita al momento 60 anziani non autosufficienti, parzialmente autosufficienti e ospiti psichiatrici stabilizzati. Unita a quella esistente tramite un corpo di collegamento con livello di piano e copertura, la nuova struttura dispone di 52 posti letto: è di quattro piani fuori terra con pianta a “T” con braccia irregolari, distribuita in 5 nuclei residenziali distinti dotati di controllo accessi per monitorare i movimenti degli ospiti affetti da demenza senile.
Al piano terra sono presenti la reception e gli uffici amministrativi, un salotto per i visitatori e un salone per le attività ricreative, una palestra per la riabilitazione, un ambulatorio medico, gli spogliatoi per il personale e una sala per servizi alla persona (podologo e parrucchiere). Tanto al primo quanto al secondo piano si troveranno invece una sala da pranzo e un soggiorno.
«Il nostro gruppo continua a crescere: siamo i secondi in Italia nel nostro settore» – dichiara Massimo Blasoni, azionista di maggioranza del Gruppo – «Negli ultimi sei mesi abbiamo aperto e avviato la residenza di Torrazza Piemonte ed entro poche settimane apriremo anche la nuova struttura di Borgo Ticino, San Gillio e La Loggia. L’ampliamento della struttura di Spotorno è un traguardo: operiamo in un settore, la sanità, che gioca un ruolo fondamentale nel nostro Paese. L’apertura dei nuovi posti letto avrà inoltre un impatto positivo in termini di ricaduta professionale: saranno impiegati nuovi dipendenti, tra operatori socio-sanitari, infermieri, fisioterapisti e animatori».
Con la ristrutturazione e l’ampliamento della RSA di Spotorno il gruppo “Sereni Orizzonti” di Massimo Blasoni – presente in Italia e all’estero con 80 strutture per complessivi 5.600 posti letto – consolida la sua presenza in Liguria. Altre sue 4 residenze operano infatti da tempo a Borghetto Santo Spirito (“Humanitas”), a Calice Ligure (“Villa Alfieri”), a Busalla (“Villa Macciò”) e a Recco (“San Francesco”).
È ufficialmente iniziata la progettazione per la realizzazione di 20 nuovi posti letto a Macomer, nella RSA di Sereni Orizzonti di Massimo Blasoni. La Rsa di Nuraghe Ruju a Macomer, dunque, sarà ampliata passando dagli attuali 40 posti letto a 60.
Il via libera per l’ampliamento è arrivato ufficialmente dall’ASL. Per la sopraelevazione la Sereni Orizzonti di Massimo Blasoni ha fatto un investimento di circa 2 milioni di euro, concedendo le autorizzazioni necessarie, assieme al parere favorevole di compatibilità. La richiesta di incremento delle postazioni nasce anche dalla necessità degli ospedali locali di indirizzare i pazienti appena dimessi in una struttura idonea. La Rsa di Macomer, infatti, rappresenta l’unica struttura nella provincia di Nuoro ed è accreditata con un alto profilo assistenziale (R2).
«Siamo
molto soddisfatti della decisione dell’ASL» – dichiara Valentino Bortolussi,
responsabile dello sviluppo immobiliare – «È una bella notizia per il
territorio e un importante passo avanti per potenziare le attività sanitarie
nel territorio. Nella lista d’attesa che si è creata daremo priorità alle
dimissioni ospedaliere, e, in seguito, l’intenzione è quella di accogliere le
altre numerose richieste di assistenza e cura che arrivano dal territorio».
«I 40 posti della RSA di Macomer di Massimo Blasoni sono stati una grande conquista» – dichiara Antonio Succu, sindaco del comune di Macomer – «L’esigenza di una struttura di questo tipo è molto forte nel territorio: abbiamo liste d’attesa molto significative. Pertanto, siamo molto contenti che la regione abbia autorizzato una sopraelevazione del 50% dei posti. È una decisione che va nella direzione giusta e che ci porta a colmare lacune importanti del nostro territorio».
La struttura di Macomer è gestita da Sereni Orizzonti, il secondo gruppo a livello nazionale che opera nella costruzione e gestione di residenze sanitarie assistenziali, con circa 80 Rsa e più di 5mila posti letto in Italia e all’estero.
«Sono ormai molte le aziende medio-grandi con sede in Fvg la cui proprietà è stata ceduta a fondi di private equity con base in Inghilterra o Francia. Nulla da eccepire, ovviamente, su questo shopping da oltreconfine, ma io penso che non vada ridimensionata l’imprenditorialità locale» – dichiara Massimo Blasoni, l’azionista di maggioranza del gruppo Sereni Orizzonti – «Puntiamo a un grande sviluppo malgrado la pandemia: il numero degli anziani e l’aspettativa di vita media sono in costante crescita».
Sereni Orizzonti costruisce e gestisce residenze sanitarie per anziani, ad oggi ha 5500 posti letto operativi in Italia con filiali anche in Germania e Spagna ed è uno dei tre primi gruppi del settore nel nostro Paese. Collaborano con il gruppo 3500 dipendenti. L’obiettivo dichiarato dall’azienda è quello di raddoppiare il numero dei posti letto nei prossimi cinque anni. «Un obiettivo ragionevole» – prosegue Massimo Blasoni – «se consideriamo che ci sono 26 siti su cui stiamo sviluppando nuove Rsa per anziani. Alcuni di questi sono già in realizzazione, di altri è in corso la progettazione. È prevista la consegna di 800 posti all’anno costruiti direttamente dal gruppo, a cui si aggiungono acquisizioni di realtà esistenti. Si tratta di investimenti molto rilevanti sul piano finanziario: sono stati necessari, infatti, 50 milioni per la realizzazione delle sole nuove Rsa in consegna quest’anno. Precisamente nel primo semestre del 2022 verranno attivate le residenze di Torrazza Piemonte (autorizzata da pochi giorni), che conta 120 posti letto, quella di Fontanafredda in Fvg sempre da 120 posti, la Rsa di Sanluri in Sardegna da 84 posti e, infine, un terzetto piemontese a Borgo Ticino, La Loggia e San Gillio per ulteriori 320 posti letto complessivi».
Gli obiettivi del gruppo friulano
sono ambiziosi posta anche la forte concorrenza delle realtà francesi che
operano nel nostro Paese. «Una concorrenza a cui si può fare fronte» – dichiara
Valentino Bortolussi, responsabile dello sviluppo immobiliare – «realizzando
residenze di qualità, con tutte le innovazioni che la domotica ci mette a
disposizione per migliorare la vita dei nostri ospiti e con soluzioni a basso
impatto ambientale».
“Sereni Orizzonti” sfida con decisione la crisi economica. Il
gruppo con sede legale a Udine – tra i primi tre player italiani nel settore
della costruzione e gestione delle Rsa, con oltre 5mila posti letto distribuiti
in circa 80 strutture in Italia e Spagna – ha presentato ufficialmente la nuova
struttura di Borgo Ticino, in provincia di Novara, che diventerà presto
operativa e potrà ospitare 80 anziani.
Nella nostra regione, invece, sta portando a termine i lavori
nella struttura di prossima apertura nel Comune di Fontanafredda, in provincia
di Pordenone. Entro fine anno saranno terminate le opere edili: ad oggi si sta
procedendo con le opere di urbanizzazione e con il completamento degli interni.
L’apertura ufficiale della struttura è prevista per i primi mesi del 2023.
Disporrà di 120 posti letto, dunque un incremento notevole dell’offerta
nell’area.
Contemporaneamente, l’azienda friulana sta terminando i lavori
anche in Sardegna, per la realizzazione di una nuova struttura a Villacidro,
che potrà ospitare 84 anziani non autosufficienti. Il territorio sardo è
particolarmente bisognoso di questo servizio: la struttura di Sereni Orizzonti
è infatti l’unica esistente all’interno dell’Azienda Sanitaria del territorio.
«Continuiamo a costruire e aprire struttura in tutta Italia» –
dichiara Massimo Blasoni, azionista di maggioranza del Gruppo – «Nonostante le
difficoltà, l’azienda punta su grandi investimenti. L’aspettativa di vita media
cresce sensibilmente e il settore delle residenze sanitarie è in grande
sviluppo. Ad oggi stiamo predisponendo 26 siti, alcuni già in realizzazione,
altri in corso di progettazione, per un investimento superiore ai 20 milioni di
euro. Siamo molto fieri di creare occupazione in un settore così importante».
«Per le strutture di nuova realizzazione l’azienda sta compiendo
da molto tempo scelte ecosostenibili» – dichiara Gabriele Meluzzi,
amministratore delegato del Gruppo – «Le strutture dispongono dei più moderni
impianti: fotovoltaico, solare termico per uso sanitario e riscaldamento,
recuperatore termodinamico del calore, isolamento termico dell’edificio e pompa
di calore. Producono autonomamente circa 165.000 kWh di energia, che
corrisponde a oltre il 60% del loro intero fabbisogno».
Cresce
il fenomeno dell’emigrazione di italiani all’estero, soprattutto giovani. Le
principali motivazioni sono le retribuzioni più adeguate al costo della vita, le
più agevolate possibilità di carriera e la convinzione che il merito venga più
facilmente premiato. Per questi ed altri motivi, molti dei nostri concittadini
vedono un futuro al di fuori del Paese di origine. Dal
raffronto delle regioni italiane emerge un dato che stupisce: le due regioni
con il maggior numero di espatriati si trovano al Nord. L’1,23% sono gli
emigrati dal Trentino-Alto Adige nel quinquennio 2016-2020 e lo 0,87% dal
Friuli-Venezia Giulia in rapporto alla popolazione residente tra i 18-39 anni. Inoltre,
secondo
i recenti dati, i giovani prediligono mete europee, in particolare il Regno
Unito e la Germania.
Ripartizione geografica
degli emigrati
Dal 2016 al 2020 sono stati 413.543
mila i giovani tra i 18 e i 39 anni che hanno lasciato l’Italia per lavoro,
studio o per costruirsi un futuro migliore all’estero. Il panorama regionale
presenta una situazione eterogenea.
Analizzando la percentuale dei
giovani emigrati all’estero, calcolata sul totale della popolazione residente,
si evince che la regione che ha avuto più espatri della fascia d’età tra i 18 e
i 39 anni è il Trentino-Alto Adige (1,23%), l’unica regione a registrare oltre
un punto percentuale di trasferimenti. Fanno seguito il Friuli-Venezia Giulia
(0,87%), il Molise (0,86%), l’Abruzzo (0,84%) e la Calabria (0,82%). Si tratta,
dunque, di un andamento che non rispecchia le storiche differenze fra Nord e
Sud.
Fra le regioni a registrare una
minor quantità di emigrati ci sono la Campania
(0,56%), il Lazio (0,57%), la Puglia (0,59%) e la Toscana (0,60%).
Infine, se si considera il valore
assoluto, le perdite maggiori sono avvenute in Lombardia, con un totale di
75.843 mila espatri per la fascia d’età considerata.
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione di dati ISTAT.
Elaborazione ImpresaLavoro su dati Istat
Emigrati dall’Italia nel Mondo
Nel
2020, in quali Paesi del mondo i nostri giovani tra i 18 e i 39 anni hanno
preferito emigrare per cambiare vita? Prediligono i Paesi europei o extraeuropei?
Secondo
le stime Istat 2020, analizzando i principali Paesi in cui i giovani italiani
preferiscono emigrare, si evince che la nazione prediletta è il Regno Unito, con
21.138 mila emigrati, seguita dalla Germania (10.960 mila), la Francia (6.440
mila), la Svizzera (5.619 mila), la Spagna (3.675 mila) e il Brasile (3.644
mila).
Secondo i dati, la scelta dei giovani ricade principalmente in Europa, che dunque vedono nei paesi relativamente vicini la giusta meta per un nuovo futuro professionale o formativo.
Elaborazione ImpresaLavoro su dati Istat
«Andare
a lavorare o a studiare per qualche tempo all’estero di per sé non è un male» –
dichiara Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi Impresa Lavoro – «Il
problema è che poi moltissimi italiani decidono di non tornare in Italia perché
privi di una qualsiasi prospettiva. Il nostro mercato del lavoro è infatti
prigioniero di regole sbagliate: è necessario ripensare ad un piano per offrire
opportunità concrete di occupazione e crescita, facilitando le imprese che
intendono formare e assumere giovani. Il trasferimento in un Paese estero non
deve essere percepito come l’unica soluzione per assicurarsi un futuro migliore».
La
fascia d’età canonicamente considerata dall’Istat 15-34 anni, per rilevare la percentuale dei
giovani occupati in Italia, sconta evidentemente il fatto che i minori al
lavoro sono fortunatamente pochissimi. Tuttavia, la percentuale di occupati
nella fascia 15-34 evidenzia profonde differenze tra le regioni italiane. Il
basso numero di giovani occupati trova in parte spiegazione con il decremento
del salario medio nel nostro Paese. Dai dati OCSE sulla variazione percentuale
dei salari medi annui negli ultimi 30 anni, si rileva che l’Italia è l’unico Paese,
tra quelli considerati, in cui il salario medio annuo è sceso: -2,9%.
Per converso, nello stesso periodo, in Germania l’incremento è stato del 33,7%
e in Francia del 31,1%.
Occupazione in Italia
Nel 2021 in Italia gli occupati tra i 15-64 anni sono 21.849.198 che equivalgono ad una percentuale piuttosto bassa (37,04%) se si considera il totale della popolazione italiana (58.983.169). Il maggior numero di lavoratori si riscontra nella fascia d’età tra i 35-49 anni (15,05%). A seguire coloro che hanno tra i 50-64 anni (13,63%) e per ultimi i giovani tra i 15-34 anni (8,36%). È da considerare che, secondo le rilevazioni OCSE, solo il 3,1% dei giovani tra i 15-19 anni lavora (4,2% uomini e 2,0% donne).
A
livello regionale si conferma la stessa panoramica
presentata per il contesto nazionale. Infatti, la fascia d’età con il minor
numero di occupati rimane quella dei giovani tra i 15-34 anni in tutte le
regioni d’Italia. Le regioni con il maggior numero di occupazione giovanile sono
il Trentino-Alto Adige (11,74%) – Provincia Autonoma di Bolzano (12,60%) e Trento
(10,89%) – la Lombardia (9,89%), il Veneto (9,87%), l’Emilia-Romagna (9,48%), il
Friuli-Venezia Giulia (9,31%), e il Piemonte (9,14%). Al contrario, il minor
numero di giovani occupati si riscontra in Sicilia (5,82%), Calabria (6,32%), Campania
(6,69%), Puglia (6,92%) e Molise e Sardegna (7,02%).
Il
divario Nord-Sud evidenzia che i giovani sono più occupati al Nord-Est (9,84%) e
al Nord-Ovest (9,48%) rispetto al Sud (6,62%).
Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione di dati ISTAT e OCSE.
Elaborazione ImpresaLavoro su dati ISTAT
Il salario medio annuo
Sorge spontaneo
chiedersi: perché i giovani non cercano lavoro in Italia? Non hanno voglia di
lavorare o i salari sono troppo bassi? Hanno perso fiducia nelle loro
prospettive di lavoro in Italia e stanno cercando altre opportunità all’estero?
Dai dati OCSE sulla
variazione percentuale dei salari annuali medi tra il 1990 e il 2020 si evince
che in alcuni Paesi come la Germania e la Francia il salario medio annuale è
aumentato rispettivamente di +33,7% e +31,1%. L’Italia è l’unico Paese in cui negli
ultimi 30 anni il salario medio annuo non è aumentato ma è, invece, diminuito
(-2,9%).
«La ricerca evidenzia, da un lato, quanto sia elevato il numero dei giovani che non lavorano, ovvero che entrano nel mondo del lavoro dopo i 30 anni – commenta l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro – dall’altro ci suggerisce che il problema dei salari bassi esiste: l’Italia è l’unico Paese OCSE in cui il salario medio annuo negli ultimi 30 anni non è aumentato».
Nel 2021 in Europa gli individui che possiedono competenze digitali superiori al livello base sono in media il 26%. Sopra la media europea si collocano l’Olanda (52%), la Finlandia (48%), l’Islanda (45%), la Norvegia (43%), l’Irlanda e la Svizzera (40%). Al contrario, i Paesi con il numero minore sono l’Albania (4%), Bosnia ed Erzegovina (5%), Macedonia del Nord e Bulgaria (8%), Montenegro e Romania (9%). L’Italia si trova ancora sotto la media europea registrando il 23% di individui con competenze digitali superiori al livello base. Lo rivela una ricerca del Centro studi ImpresaLavoro dell’imprenditore Massimo Blasoni, realizzata su elaborazione di dati Istat, Eurostat e Unioncamere sistema informativo.
Elaborazione ImpresaLavoro su dati Eurostat 2021 – Livelli di competenze digitali degli individui
Quadro italiano: competenze digitali
elevate
Le competenze digitali
sono la chiave della futura trasformazione tecnologica della maggior parte
delle aziende. Sempre più imprese richiedono ai propri dipendenti, oltre alle
skills di base, di possedere competenze digitali elevate. Com’è, a tal
proposito, la situazione italiana corrente?
A livello regionale, si
evince che la percentuale degli individui che possiedono un livello elevato di
competenze digitali si raggruppa nel Nord Italia,
principalmente in Valle d’Aosta (28,3%), Lombardia (26,6%), Friuli-Venezia
Giulia (25,8%), Trentino-Alto Adige (25,7%) ed Emilia-Romagna (25%). Al contrario,
si nota un minor numero di individui che detengono competenze digitali elevate in
Sicilia (14,4%), Campania (16,6%), Calabria (16,7%), Basilicata (17,8%) e
Puglia (18%).
Le fasce d’età risultano essere un fattore importante: con l’aumento degli anni, infatti, il livello di competenze digitali diminuisce. I giovani tra i 20-24 anni possiedono un livello di competenze avanzato (41,5%) insieme ai ragazzi tra i 16-19 anni (36,2%). Il livello scende fra gli adulti tra i 45-54 anni (20,3%) e tra i 65-74 anni (4,4%).
Elaborazione ImpresaLavoro su dati ISTAT – BES 2020 – campione per 100 persone di 16-74 anni
Competenze digitali richieste dalle
imprese con ripartizione territoriale
L’innovazione digitale
comporta la necessità di nuove figure professionali qualificate dotate del giusto
background di competenze tecnologiche di base e specialistiche. Quali sono le
competenze digitali richieste dalle imprese italiane? Dove si concentra maggiormente
questa richiesta?
Nel 2021 si evince che la richiesta da parte delle imprese di competenze
digitali e linguaggi e metodi matematici è maggiore al Nord Ovest
rispetto al resto del Paese. In Italia sono particolarmente richieste le
competenze digitali elevate al Nord Ovest (23,4%), al Centro (21,8%), al Sud e
nelle Isole (20%) ed al Nord Est (18,4%). Al secondo posto delle competenze richieste
si trovano le capacità di utilizzo dei linguaggi e metodi matematici, sempre con
prevalenza al Nord Ovest (17,3%), al Sud e Isole
(16,3%), al Nord Est (14,6%), e al Centro (15,5%).
Al terzo posto, con una richiesta inferiore, le capacità di gestione delle soluzioni innovative che, a differenza delle prime due, vengono predilette maggiormente al Sud e nelle Isole (13,1%), il Nord Ovest (10,9%), il Centro (10,3%), infine il Nord Est (8,8%).
Elaborazione ImpresaLavoro su dati Unioncamere – ANPAL, Sistema informativo Excelsior, 2021
«Il nostro Paese ha fatto
notevoli passi in avanti negli ultimi anni – commenta l’imprenditore Massimo
Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro – ma occorre raddoppiare
gli sforzi: vincere la sfida digitale è fondamentale per la crescita economica
delle nostre imprese».